MONTE CROCE DI PERLE’ (m 1031) CIMA CRENCH (m 778) COCHET (CIMA PELATA – m 632)
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Relazione
I dintorni del Lago di Idro (Eridio) offrono numerose possibilità per quanto riguarda l’eseguire facili escursioni. Si tratta di cime in ambiente nel complesso ancora poco conosciuto, d’altra parte lo stesso lago di Idro soffre ingiustamente la vicinanza del più noto lago di Garda che catalizza l’attenzione degli escursionisti a scapito degli immediati dintorni. In realtà l’escursione che andiamo a proporre è meritevole di tutta l’attenzione grazie ai suoi favolosi panorami sul lago e sulle montagne circostanti; stante la quota contenuta si tratta di un itinerario consigliabile nei mesi primaverili oppure autunnali, possibilmente quando la neve ricopre le cime circostanti trasformando le montagne in splendidi soggetti fotografici. La sezione iniziale del trekking si sviluppa in una forra scavata dal torrente opportunamente attrezzata con infissi metallici ad impreziosire ulteriormente un itinerario di per sé già di grande valore paesaggistico.
Dati tecnici:
Partenza da Crone (m 375): Difficoltà: EE. Suddivisione delle difficoltà in base ai tratti: le poche difficoltà di questo itinerario si concentrano nei primi 40 minuti di cammino nei quali si affronta la forra del Torrente Neco caratterizzata da alcuni tratti attrezzati con scalette e funi metalliche, per il resto la difficoltà è giudicabile come E – Il tratto iniziale, per chi soffre di vertigini o non ha piede fermo è in ogni caso facilmente aggirabile su facile sentiero. Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 656 (il dislivello realmente coperto è senz’altro superiore per la presenza di alcuni tratti in cresta caratterizzati da saliscendi) . Acqua: assente.
Accesso:
A Pieve di Idro abbandoniamo la statale che prosegue in direzione di Tione di Trento e delle Valli Giudicarie per volgere a destra sulla provinciale per Capovalle. Oltrepassiamo la piccola frazione di Lemprato e il bivio per Crone procedendo per 400 metri sino ad una fermata dell’autobus. Pochi passi prima della fermata si stacca sulla destra una ripida stradina asfaltata con cartello indicante la località Ravaòs (Ravausso); notiamo anche i cartelli che indicano il nostro sentiero n°451. Possiamo parcheggiare l’auto nelle immediate vicinanze oppure nel sottostante paese di Crone per poi risalire all’inizio della stradina.
Descrizione del percorso:
Ci incamminiamo sulla stradina in salita trovando dopo pochi metri un bivio; la segnaletica indica a destra il nostro “Sentiero delle cascate” caratterizzato da alcune attrezzature. Chi non ha piede fermo o soffre di vertigini eviterà la deviazione procedendo sulla stradicciola e andando ad evitare l’intera frazione attrezzata sino a ricongiungersi con la variante delle cascate subito oltre la sezione impegnativa. E’ naturalmente più interessante l’itinerario che risale le cascate: in questo caso si procede a destra fra le ultime case del paese con bello scorcio alle spalle sul Lago d’Idro, quindi il percorso volge a sinistra, in lieve discesa, penetrando nell’ombrosa forra del torrente Neco. Raggiungiamo in breve il corso d’acqua proprio alla base di una bella cascata. Ignoriamo il ponticello di legno che scavalca il torrente per volgere invece sull’esile sentierino che risale, molto ripidamente, sul fianco sinistro del costone. Guadagniamo quota grazie al fondo visibilmente artefatto e gradinato sino a riportarci nello stretto solco scavato dal Rio Neco. Per superare la forra è stato aggiunto un bel ponticello oltre il quale il tracciato prosegue a destra del torrente. Osserviamo alcuni piccoli salti d’acqua più appariscenti, naturalmente, a inizio primavera subito dopo il disgelo. Da notare, addirittura tra le rocce, la presenza, nel mese di aprile, di una pianta endemica la cui presenza è piuttosto insolita ad una quota così contenuta: si tratta delle splendide corolle rosse della Primula vistosa (Primula spectabilis Tratt). Il percorso richiede ora il superamento di un pendio inclinato vinto con una facile scala di ferro; un breve tratto e siamo ad una seconda scala appena più lunga che deposita nel soprastante terrazzino terroso. Traversiamo la successiva cengia in esposizione ma assicurati con la fune metallica come corrimano sino ad aggirare uno spigolo oltre il quale sono terminate le difficoltà.
Il proseguo è nel bosco sino a riportarci a sinistra in coincidenza dell’ultima bella cascata: scavalchiamo il torrente con il ponticello che conclude il sentiero delle cascate volgendo nuovamente alla sua sinistra e proseguendo senza difficoltà nella boscaglia. Nella salita possiamo scorgere tra le frasche qualche scorcio in direzione del lago sino a riallacciarci con il segnavia 451 che ha evitato, come spiegato in precedenza, la frazione attrezzata e risultando quindi utile per chi vuole percorrere un itinerario privo di qualsiasi preoccupazione.
Proseguiamo, è scontato, verso destra mentre verso sinistra appare evidente che si rientrerebbe al sottostante abitato di Crone. La vista del lago di Idro diviene progressivamente più ampia e chiara; superiamo una caratteristica strettoia con un pinnacolo sulla destra oltre la quale la vista si estende, oltre il settore meridionale del Lago di Idro, alle soprastanti cime tra le quali svetta la parete rocciosa della Corna Blacca. Il sentiero volge a questo punto con maggiore decisione verso oriente abbandonando la vista del lago e penetrando in un boscoso valloncello. Il settore, facile e con fondo ben tracciato, rimonta lungamente, in moderata salita, la destra orografica del vallone con la vista per ora preclusa della densa alberatura. In ultimo il sentiero volge ulteriormente a sinistra rimontando un solco terroso in pendenza più marcata sino ad accedere all’evidente sella denominata Gola di Meghè (m 968 – ore 1,30 dalla partenza) dove troviamo un pannello con diverse indicazioni. Possiamo ora effettuare una breve digressione verso sinistra che ci condurrà al meraviglioso culmine della nostra escursione: la cima del Monte Croce di Perlè; seguendo il segnavia rimontiamo la facile cresta con qualche affioramento roccioso non difficile. La boscaglia si apre e uno scorcio sul sottostante Lago di Idro lascia intuire lo splendido panorama di vetta. Un ultimo tratto in falsopiano e guadagniamo in breve il punto più alto dove la visione è, a sorpresa, spalancata in tutte le direzioni. Siamo a 1031 metri (ore 1,45 dalla partenza) e soprattutto ci troviamo in una posizione molto prominente sul sottostante lago: questo garantisce nei giorni tersi una visione molto vasta e appagante sull’intero specchio d’acqua ad eccezione del settore centrale che appare parzialmente coperto dalla Cima Crench. Sotto la nostra verticale possiamo notare il paese di Crone e l’estremità meridionale del lago. All’orizzonte occidentale si rinnova la visione sulla svettante cima della Corna Blacca; più a nord altre cime delle Alpi Giudicarie fanno da quinte alla Val Sabbia. Volgendo più a oriente notiamo l’ampia sagoma erbosa del Monte Manos. Nelle stagioni di transizione, quando la neve ricopre le vette circostanti, la vista è particolarmente suggestiva ed attraente offrendo lo spunto per splendide fotografie.
Dopo una meritata sosta rientriamo a ritroso in una decina di minuti sino alla sella “Gola di Meghè” (m 969): possiamo ora proseguire il nostro itinerario circolare volgendo a sinistra; perdiamo rapidamente quota con una sequenza di stretti tornanti sino a rasentare il Fienile Meghè. In coincidenza della costruzione cessa la ripida discesa e il tracciato volge a sinistra traversando in falsopiano nel sottobosco. Pur mantenendoci nel versante della Val Tombe ci portiamo poco sotto il crinaletto che, se risalito liberamente di pochi metri, permette di affacciarsi nuovamente sul lago di Idro con il paese di Crone scorgendo, più ravvicinata, la Cima Crench. Proseguiamo in moderata discesa a destra del crinaletto transitando presso un caratteristico spuntone di roccia; subito oltre il tracciato cambia di versante portandosi sul lato del Lago di Idro e permettendo di apprezzare la distanza ormai contenuta che ci divide dalla Cima Crench. Poco oltre ritorniamo sul versante della Val Tombe e in breve siamo ad un bivio con cartelli indicanti Vantone a destra e Crone e la Cocca di Idro a sinistra (m 700 – ore 2,30 circa dalla partenza – ore 0,45 dalla cima del Monte Croce di Perlè). Scegliamo quest’ultima opportunità seguendo il facile sentiero segnato che, dopo alcuni scorci sul lato settentrionale del Lago di Idro, immette infine in un‘ampia carrabile che sale dalla sottostante provinciale per Capovalle. Volgiamo a sinistra sull’ampia carrareccia guadagnando in pochi metri la sella della Cocca di Idro (m 700).
Abbandoniamo a questo punto il proseguo della mulattiera che cala verso il Lago di Idro per affrontare l’ultima salita dell’escursione: volgiamo sul sentiero segnato che sale a destra nella pineta. Il sentiero è ripido ma ben tracciato e privo di difficoltà permettendo in appena un quarto d’ora di raggiungere il culmine della poco conosciuta Cima Crench (m 778 – ore 3,15 dalla partenza). Nonostante la quota contenuta è comunque un punto panoramico di prim’ordine. Oltre al Lago di Idro apprezziamo la visione del crinale discendente dal Monte Croce di Perlè; a nord ovest spicca la sagoma piramidale del Monte Censo che domina il settore settentrionale del lago con, sullo sfondo, le montagne di Bagolino; sotto di noi osserviamo i tornanti della provinciale che cala sino al paesino di Crone.
Dopo una meritata sosta ha inizio la marcata discesa sul sentierino stretto e ripido che, pur senza difficoltà, richiede comunque un minimo d’attenzione per la forte pendenza. Caliamo in direzione del lago tra bosco rado che concede qualche scorcio: a tratti corriamo lungo il bordo del salto che precipita verso Idro sino a raggiungere una selletta dove troviamo una deviazione. Il cartello segnala la biforcazione a destra per la Ferrata Crench e seguendo questa indicazione raggiungiamo in pochi passi la cima Cochet detta anche Cima Pelata (m 632). E’ l’ultimo culmine panoramico sul Lago di Idro e sui paesini posti sulle sponde e merita indubbiamente una sosta. Subito oltre avrebbe inizio la ferrata, noi torniamo invece sui nostri passi per pochi metri sino alla sottostante selletta per calare sbrigativamente a valle sulla traccia a destra. Il sentiero è in condizioni non ottimali con alcuni fastidiosi salti su roccette che richiedono un minimo di agilità, più in basso la difficoltà decresce rapidamente sino ad accedere alla Via Preonde a breve distanza dal centro del paese di Crone a termine di ogni difficoltà. Per ritornare alla partenza occorre guadagnare la provinciale che proviene da Capovalle: essa è posta poco a monte del paese e la raggiungiamo senza via obbligata né sentiero, ma semplicemente sfruttando una delle strade aperte al traffico che dal paese escono raggiungendo in salita la suddetta provinciale. (ore 4,30 complessive)
Riepilogo
Data Escursione: | 23. Marzo. 2023 |
Componenti: | Don Leonardo, Gigliola, Armando |
Orario di Partenza Gita: | Ore: 9.00 |
Orario di Fine Gita: | Ore: 15.00 |
Località di Partenza: | Crone (Idro) |
Durata Escursione: | Ore: 4.30 |
Durata Salita: | Ore: 2.00 |
Distanza Percorso: | Km: 12 |
Quota Partenza: | m. 375 |
Quota Arrivo: | m. 1031 |
Dislivello Effettivo: | m. 750 |
Sentieri Cai: | n° 451 |
Difficoltà: | Escursionisti Esperti |
Attrezzatura: | Trekking |
Tipo di Attività: | Escursione con Sentiero Attrezzato |
Punti di Appoggio: | |
Condizioni Meteo: | Sereno |
Note: |